Le Canzoni Preferite di Ale

Salerno, lunedì 02/12/2013, h 09:30

Caro Ale, stamattina ho aggiunto questo nuovo post al nostro “ZeferinoBlog”, inserendo le prime tre delle canzoni che ti piacciono di più, e che tu mi hai appuntato sul fogliettino volante prima di andare a Roma con papà.
Delle sette canzoni del fogliettino, volevo pubblicarne solo tre; però, poi ho aggiunto anche una quarta canzone – “Someone Else” –  che piace molto anche a me (… e  stop!, perchè  un articolo pubblicato sul Web non deve essere  lungo, altrimenti nessuno lo legge !)

Ecco le quattro canzoni preferite:

WE CAN’T STOP

Questa canzone è il primo estratto dell’ Album Bangerz; narra di una festa un poco trasgressiva organizzata da Miley per i suoi giovani amici,ed  ovviamente ha un ritmo allegro.

“It’s our party we can do what we want
It’s our party we can say what we want
It’s our party we can love who we want
We can kiss who we want
We can live how we want.

………………………………….
………………………………….

So la da da di we like to party
Dancing with Miley
Doing whatever we want
This is our house
This is our rules
And we can’t stop
And we won’t stop
Can’t you see it’s we who own the night
Can’t you see it we who bout’ that life
And we can’t stop
And we won’t stop
We run things, Things don’t run we
Don’t take nothing from nobody

………………………………….
………………………………….

WRECKING BALL

La canzone seguente  è il secondo estratto dell’ Album Bangerz: una canzone triste, scritta da Miley a seguito di una sua delusione d’ amore, …  ben diversa da “We Can’ t Stop”!

“I came in like a wrecking ball
I never hit so hard in love
All I wanted was to break your walls
All you ever did was wreck me
Yeah, you wreck me”

SOMEONE ELSE.

Ma torniamo alla Miley che conosciamo bene, trasgressiva e piena di vita.

Che ritmo! Coinvolge al 100%!!

4*4 FEAT NELLY

Con la seguente – ritmo che coinvolge al 200%! –  completiamo la lista ridotta delle tue canzoni preferite.

https://www.youtube.com/watch?v=wcp9AFwj2GE

Stasera (lunedì 23/12/2013, circa ore 19), mentre ti riaccompagnavo a casa, mi hai chiesto se potevo aggiungere a questo post  anche “Ventitrè”.
Ma certo che si:  sul mio blog – e per te – io faccio quello che voglio! … consideriamolo un aggiornamento dell’ ultima ora!
Però voglio anche qualcosa scritto da te su Miley su questo mio blog. Me lo hai promesso, e la promessa è debito. Su Miley sai tantissimo, sei proprio in gamba, e sarebbe comunque un peccato se non scrivi veramente qualcosa.

23 – MILEY CYRUS

https://www.youtube.com/watch?v=ww3UjE-iAbA

Caro Ale, questa tua Miley Cyrus è davvero fantastica. Ha un grandissimo talento, sia come cantante che come cantautrice. La sentiremo a breve, alla prima delle 38 tappe del suo Bangers Tour, precisamente il 14 febbraio 2014 al Pepsi Live at Rogers Arena  a Vancouver.

Pubblicare queste tue canzoni preferite, ora che hai 13 anni,  mi ha riavvicinato a te.
Infatti, fino alla prima elementare, stavamo insieme molto spesso, ed è stato per me un periodo meraviglioso, che anche tu ricorderai con piacere … ad esempio, quando siamo andati a vedere al porto di Salerno la nave di Capitan Uncino, alias la “Vespucci”, la  gloriosa nave scuola della Marina italiana.

La più bella nave del mondo

La più bella nave del mondo

Quella splendida mattina di domenica  25 aprile 2004 – tu avevi  4 anni – io e la nonna stavamo con te alla Villa Comunale visitando i padiglioni di una interessante Mostra di Artigianato, quando, al di sopra dei palazzi, intravidi la cima dell’ albero di maestra del Veliero. Avevo letto sui giornali di quell’ arrivo, e nella mia mente scattò l’ idea di farti credere che quella era proprio la Nave di Capitan Uncino, in arrivo a Salerno dall’ Isola Che Non C’è’. Per tutta la mattinata visitammo la nave – era permessa la visita dei cittadini – e in diretta, complici gli ufficiali e i marinai, gentilissimi e divertiti, ci inventammo una pantomima  fatta di presentat’arm, in tuo onore, mentre si aspettava che arrivasse Capitan Uncino! … che poi ti fece comunicare che non sarebbe più venuto per un problema imprevisto, ma che ti aspettava alla sua Isola.

Oggi – ed è normale – sei impegnatissimo tra scuola e tutti i tuoi amici, e non c’ è più tanto tempo per noi due. Però, quando qualche sera vengo a casa tua,  e ti trovo davanti al televisore mentre vedi quel gioco filmato con sottofondo “We Can’ t Stop”, allora, entro quel breve  lasso di tempo,  riesco a vedere il mondo con i tuoi occhi, e ritorna di colpo tutta quella meravigliosa sintonia. Ed io sono felice.

Oggi, a 13 anni compiuti, ti ripeto ciò che ti dissi quando ne avevi 7: la libertà è tutto,  amala sempre, come una cosa tua; ma sappila usare, cercando di non fare del male nè agli altri e nè a te stesso.

Prima di chiudere questo post, aggiungo solo due cose.

In primis. Ieri, qualche minuto prima dell’ Angelus, papà mi ha chiamato sul cellulare, ed anche noi a casa abbiamo assistito alla Santa Benedizione di Papa Francesco; ora, tu non ci crederai, ma io – per un attimo! –  ho visto Giorgina, solo Giorgina e non voi, in mezzo al mare di fedeli!  Non mi credi? Una mia  allucinazione? Può darsi.

In secundis, e stop: “Giorgina, quando mi dai la lista delle tue canzoni preferite?”

Bacioni a te, Giorgia e Giulia,  anche dalla nonna.

nonno Zef

p.s. anche noi avevamo Madonna; passa il tempo, ma il mondo gira più o meno sempre allo stesso modo!

Se ti interessano, di seguito riporto, nello stesso ordine visto, i links dei testi e delle traduzioni delle quattro canzoni:

  1. We Can’t Stop,  testo e traduzione

  2. Wrecking  Ball, testo e traduzione

  3. Someone  Else, testo e traduzione

  4. 4*4 Feat  Nelly,  testo e traduzione

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Le Canzoni Preferite Di Giulia.

Salerno, domenica 10/11/2013.

Cara Giulia.

Zia Amalia, la nonna ed il nonno ti fanno questa piccola sorpresa, pubblicando alcune delle tue canzoni preferite, scelte tra i videotube che stamattina hai  linkato sul pc del nonno.
Non ci sono tutte, ma se torni a trovarci presto ti pubblichiamo anche le altre.
Importante: —> passa parola anche ad Ale e a Giorgia.

Violetta – Moment Musical – show finale

Importante bis:—> Cara Giulia, potresti segnalare e condividere con le tue amiche  tutto quello che vuoi: sport, news, avvenimenti, fatti della scuola, ecc.
Tu, Ale e Giorgia potreste anche, da casa vostra, comunicare con i vostri amici personalmente, utilizzando questo blog come se fosse un diario pubblico. Tu Ale hai già l’ età giusta per poterlo farePoi vi spiego io come si fa: è molto semplice.

Di seguito il tuo secondo videotube:

Jingle Bells Rock

Ecco la terza tua canzone. Ti pubblicherò le altre quando vieni di nuovo a casa nostra.  E non farci aspettare molto (… scusa il piccolo ricatto).

 Pokemon Sigla prima serie COMPLETA

https://www.youtube.com/watch?v=DPDJpFnUg2w

Carissimi Ale, Giorgia, e Giulia, una raccomandazione finale: voi sapete come è importante oggi conoscere l’ inglese, e perciò non fatevi sfuggire nessuna occasione per perfezionarlo. E perciò seguono i link al testo della seconda canzone e alla relativa traduzione.
Sopratutto  per questo – ma anche per un pizzico di cultura in più, che non guasta mai – date anche una occhiatina agli altri post di questo blog.

Testo di All I Want For Christmas Is You

Traduzione di All I Want For Christmas Is You

nonnozef

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The Soundtracks

Salerno, giovedì 31/10/2013.

Navigando su Internet, ho trovato questa soundtrack (colonna sonora) del film “Mary Poppins”. Ho pensato di utilizzarla per aiutare i giovanissimi, come te Giorgia, e come te Giulia, ad imparare l’ inglese in modo divertente.

http://www.youtube.com/watch?v=i5IW9wK_HNg

Di proposito ho evitato di riportare una delle tante ottime traduzioni presenti su Internet, perchè ho pensato che una mia traduzione personale quasi letterale meglio si presta per una semplice  interpretazione scolastica; eccola!

Basta un poco di zucchero …

In ogni lavoro che deve essere fatto
c’è un elemento di divertimento.
Voi trovate il divertimento e – hop! (… schiocco con le dita)
Il lavoro diventa un gioco.
E ogni compito che voi intraprendete
diventa un pezzo di torta (piacevole)
Uno scherzo! Una baldoria!
E’ molto chiaro da vedere.

Basta un pò  di zucchero e la pillola va giù   [0:22] (* nota)
La pillola va giù
La pillola va giù
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù
In un modo più piacevole.

Un pettirosso fa il suo nido   [0:47]
Ha poco tempo per riposare
Pur raccogliendo i suoi pezzetti di spago e ramoscello
anche se abbastanza intento nella sua ricerca
ha una melodia allegra da cinguettar.
Egli conosce una canzone
che farà il lavoro da sola.

Basta un poco di … (refrain)   [1:16]

L’ape che recupera il nettare   [2:34]
dai fiori al favo
non smette mai di ronzare avanti e indietro.
Perché esse prendono un po’ di riposo
da ogni fiore che esse sorseggiano.
E quindi …
e quindi …,
Trovano …,
trovano …,
che Il loro compito non è pesante.

(* nota) —> tempo espresso in minuti e secondi dall’ inizio del video, per facilitare il lavoro di interpretazione.

Cantando sotto la pioggia.

Provando a canticchiare “Basta un poco di zucchero…”, mi sono reso conto che il motivo non è proprio dei più semplici. Mi sono ricordato allora di quest’ altro video: “I’m singing in the rain”, (S. Donen, G. Kelly, 1952).

https://www.youtube.com/watch?v=eFFyctoUoc4
Il testo che segue ha un formato pessimo, ma – a parer mio – è efficace ai fini della interpretazione e traduzione del precedente video.

Traduzione

Du-du-du-du – Du-du-du-du-du-du – Du-du-du-du-du-du – Du-du-du-du-du-du…
I’m singing in the rain (Sto cantando sotto la pioggia) – Just singing in the rainWhat a glorious feelin’,  I’m happy again (Che magnifica sensazione: – Sono di nuovo felice!) – I’m laughing at clouds   So dark up above (Sorrido alle nubi, – Così scure sopra di me.)  – The sun’s in my heart (Ho il sole nel cuore…) – And I’m ready for love (E sono pronto per l’amore!) –  Let the stormy clouds chase Everyone from the place (Lascia che le nubi tempestose inseguano Tutti quanti da qui) – Come on with the rain – (E vai con la pioggia!) I’ve a smile on my face – (Ho un sorriso sul mio volto.) I walk down the lane – With a happy refrain (Cammino lungo il vicolo Con un’espressione felice…) – Just singin’, – Singin’ in the rain.
Dancin’ in the rain –  Dee-ah dee-ah dee-ah – Dee-ah dee-ah dee-ah – I’m happy again! – I’m singin’ and dancin’ in the rain!
I’m dancin’ and singin’ in the rain…

Soundtracks per tutti.

Finora ho utilizzato i  due precedenti soundtracks al solo scopo di invogliare le mie nipotine  all’ apprendimento dell’ inglese…! Ma così – roba da plotone di esecuzione…! – ho sminuito di molto l’ importanza di un argomento come quello delle colonne sonore (soundtracks) . E quindi ritengo doveroso parlarne più estesamente, riferendomi – per essere breve –  sopratutto ad ottimi articoli trovati sul web.
I grandi film hanno sempre bellissime colonne sonore. Faccio, per brevità, solo due esempi classici: “My heart will go on”, cantata da Celine Dion, nel film Titanic, e  gli attacchi con gli elicotteri al ritmo della ‘Cavalcata delle Valchirie’ di  Wagner nel film “Apocalipse Now”.
Vi invito peraltro a dare una occhiata ai tag a fine articolo: ci sono i titoli di soundtracks che hanno fatto la storia del cinema,  e che oltretutto rappresentano un substrato importante dei nostri più bei ricordi.

D’ altra parte, come più volte ho ripetuto, questo blog è dedicato non solo, e sopratutto,  ai nipoti ed ai nonni – e di questi ultimi, specie a quelli giovani mentalmente – , ma anche a tutti coloro cui sta a cuore la cultura e la bellezza delle cose.
Allora, il video ed i links che seguono riguardano appunto sondtracks scelti con  criteri meno restrittivi. I miei stessi nipoti, diventati maggiorenni, conosceranno l’ amore –  la cosa più bella della gioventù – , e credo proprio che saranno interessati più al seguente video che ai due precedenti.

LINKS.

Elisa – The Big Dipper con testo in inglese e in italiano
Le colonne sonore più belle di tutti i tempi
Le migliori colonne sonore di tutti i tempi
One Direction – More Than This ( Lyrics + Pictures )
Star Wars, e altre colonne sonore votate dagli Inglesi.
Il Grande Gatsby

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Orientamento con Carta e Bussola.

Salerno, venerdì 11/10/2013.

Carissime Giorgia e Giulia, a causa delle vostre rispettive lezioni di nuoto e di ritmica alle ore 18, ieri non abbiamo avuto tempo sufficiente per approfondire il compito  di geografia assegnato a scuola sulle mappe geografiche. Lo faccio allora oggi, con questo post indirizzato a voi.
A te, caro Alessandro, che sei più grande, e che l’ anno scorso hai preso un meritatissimo 10 in geografia, raccomando di far vedere a Giorgia e Giulia come navigare su Google Maps, seguendo le semplici istruzioni che di seguito ti fornirò.
Parleremo di punti cardinali, di reticolo geografico, di meridiani paralleli latitudine e longitudine, e di coordinate geografiche; navigheremo su googlemaps; e a fine articolo, accenneremo a come orientarsi disponendo di mappa e bussola.
Vi raccomando di guardare attentamente le immagini di seguito riportate, che dicono più di mille  parole.

Mappe cartografiche.

Semplici mappe cartografiche erano conosciute già nell’ antichità. Eratostene (276 – 195 a.C.), pietra miliare nella storia della cartografia, introdusse per primo il concetto dei paralleli. Successivamente Strabone sviluppò il lavoro di Eratostene, introducendo anche i meridiani.
Oggi esistono decine di tipi di mappe cartografiche, politiche, fisiche, tematiche, nautiche, a grande e piccola scala, ecc.
Vediamo con ordine quali sono gli elementi fondamentali di una mappa geografica moderna.

Punti cardinali.

Anzitutto, ricordiamo  i punti cardinali: Nord (in alto di chi legge), e poi, in senso orario, Est ( a destra), Sud, e Ovest. In figura sono riportati anche i punti intermedi; il Nord è indicato in rosso per ricordare che l’ ago magnetico di una bussola punta sempre al Nord.

punticardinaliGli antichi, che non avevano la bussola, si orientavano con il sole, che in autunno e primavera sorge ad est e tramonta a ovest (in pieno inverno sorge a sud-est e tramonta a sud-ovest, ed in piena estate sorge a nord-est e tramonta a nord-ovest). Oggi siamo in autunno, e quindi, se voi foste antichi viaggiatori in cammino in un territorio privo di punti di riferimenti, dovreste orientare la mappa rivolgendo la punta Est verso il sole, in modo da poter individuare facilmente la posizione sul territorio degli altri punti. In assenza di sole (in un bosco, in una giornata con il cielo coperto da nubi), si orientavano osservando gli alberi, più sviluppati sul lato sud, dove ricevono più sole durante l’ anno.
Con lo sviluppo delle conoscenze e della tecnologia, oggi disponiamo per l’orientamento di sofisticate attrezzature digitalizzate sia per gli spostamenti su terraferma, e sia per la navigazione marittima ed aerea (le rotte). Ma ci sono anche altri utilizzii: ad esempio, soccorso a persone disperse, escursioni, sistemi di puntamento scientifici e bellici, cellulari con GPS, ecc.
Pensate al caos se solo per un attimo venissero a mancare mappe e bussole!

Reticolo geografico.

Paralleli e meridiani formano il reticolo geografico, grazie al quale e’ possibile stabilire la posizione esatta di un luogo sulla terraferma o nel mare mediante le sue coordinate geografiche, e cioè latitudine e longitudine. Ovviamente, occorre chiarire bene tale affermazione, ed è quello che faremo subito!
In figura, le linee numerate, parallele e perpendicolari, sono rispettivamente i paralleli ed i meridiani.

parallelimeridiani

Paralleli, e latitudine.

Come abbiamo detto, le linee orizzontali sono i paralleli. Esse sono circonferenze equidistanti tra loro, la cui lunghezza diminuisce man mano che ci si avvicina ai poli.
I paralleli sono 180, 90 a nord e 90 a sud del parallelo maggiore di tutti,  l’ equatore, detto anche parallelo 0 (zero). L’ equatore è la circonferenza massima del globo terrestre, e’ alla stessa distanza dai poli e divide la terra in due emisferi: l’ emisfero boreale al di sopra dell’ equatore, ed emisfero australe al di sotto. Il numero del parallelo determina la latitudine, cioè la distanza dall’equatore. A seconda che un meridiano è a nord o a sud dell’equatore si parla di latitudine nord o di latitudine sud.
Altri paralleli importanti sono: a nord dell’equatore, abbiamo il tropico del cancro ed il circolo polare artico, mentre a sud abbiamo il tropico del capricorno ed il circolo polare antartico.

Meridiani, e longitudine.

Le linee verticali sono i meridiani, semicirconferenze della medesima lunghezza che passano per i poli, e dividono la superficie terrestre in spicchi. Essi sono in totale 360, numerati a partire dal meridiano fondamentale, di riferimento, che passa per Greenwich, un sobborgo di Londra, dove e’ situato l’ Osservatorio Reale di Greenwich.
vicinilontaniIl meridiano di Greenwich viene identificato col numero zero, ed è detto anche meridiano 0. A partire da esso si contano 180 meridiani positivi verso est, e 180 meridiani negativi verso ovest. Il numero di ciascun meridiano indica la longitudine, cioè la distanza di una localita’ dal meridiano fondamentale misurata in gradi (… definizione che preciseremo tra poco!).

Le coordinate geografiche dell’ Osservatorio Reale di Greenwich sono le seguenti: 51.476465, 0.000000
Quella linea diritta che nella figura passa attraverso la coppia di giovani è la rappresentazione fisica di un piccolissimo tratto della circonferenza immaginaria, detta meridiano 0, passante per i Poli e per Greenwich. Questa linea corre per tutta la Blackheath Avenue – … vi ho passeggiato utilizzando la View Street ! –  del bellissimo parco del “Royal Borroughs of Greenwich”, dove sorgono un Osservatorio astronomico, l’ Università di Greenwich, ed il “National Maritime Museum Gardens”.
Per l’ alto valore scientifico e per la sua bellezza, questo luogo è visitato da  moltissimi turisti. La coppia di turisti dell’ immagine posa stando proprio sulla linea, ed  è  buffo pensare che lui e lei ( fidanzati, coniugi, amici? … non lo sappiamo!) sono vicini fisicamente ma lontani geograficamente, trovandosi ciascuno in emisferi diversi!

Precisazione su misura di latitudine e longitudine.

Siccome la superficie della terra è curva, una distanza su di essa è misurabile esattamente solo in gradi (una misura in Km. e mt. sarebbe inesatta!).
La latitudine di un punto (luogo) è ottenuta misurando in gradi l’arco del meridiano terrestre che intercorre tra quel punto e l’ equatore. L’ arco PA sottende l’ angolo PÔA. Se il punto P si trova esattamente su un parallelo, ad esempio 60°, allora questa è la sua latitudine; viceversa, – caso normalmente più frequente – , si usano anche i decimi ed i centesimi di grado per rappresentare anche i punti intermedi.
La longitudine di un punto (luogo) è ottenuta misurando in gradi l’arco del parallelo terrestre che intercorre tra quel punto e il meridiano di Greenwich. L’ arco PC sottende l’ angolo PBC. Se il punto P si trova esattamente su un meridiano, ad esempio 10°, allora questa è la sua longitudine.; viceversa, – come per la latitudine – , si usano anche i decimi ed i centesimi di grado per rappresentare anche i punti intermedi.

latlongPer capire meglio i concetti di latitudine e longitudine, pensiamo ad essi come a due ventagli che si possono aprire solo da un lato, mentre l’ altro lato è fisso: il ventaglio (angolo) POA, quello verde chiaro,  rappresenta la latitudine di P, ed ha per lato fisso il segmento OA  perpendicolare all’ asse terrestre e passante per il centro; il ventaglio (angolo) PBC, quello verde scuro, rappresenta la longitudine di P, ed ha per lato fisso il segmento CB, che risulta essere perpendicolare all’ asse terrestre e con il punto C sempre appartenente al meridiano di Greenwich (meridiano 0). Se immaginiamo di spostare il punto P sulla superficie terrestre, ci rendiamo conto che il ventaglio della latitudine può aprirsi al massimo di 90° sia al di sopra che al di sotto dell’ equatoere, mentre quello della longitudine al massimo di 180°, sia a destra (+) che a sinistra (-) del meridiano 0.
Ora divertiamoci! Apriamo googlemaps, inseriamo nella casella di ricerca la coppia di valori 0,000000,0,000000: la freccia verde appare nel planisfero di googlemaps (minimizzando parecchio!) nel Golfo di Guinea (Oceano Atlantico), ovviamente sulla linea dell’ equatore e  (e matematico -> … e contemporaneamente) sul meridiano di Greenwich. Ovviamente, i due ventagli in questo punto P (punto origine di latitudine e longitudine) sono entrambi chiusi.
Domandine –  Come stanno i ventagli nei seguenti punti: P(0,000000,180,000000); P(90.000000,0,000000); P(-90.000000,0,000000)? Cosa mi dite sui due seguenti punti: P(0,000000,180,000000); P(0,000000,-180,000000)? Ora che avete capito il giochino, potete esercitarvi da soli!

Il giro del mondo con googlemaps

Caro Ale, innanzitutto impariamo a ricavare le coordinate geografiche di un punto su Google Maps.
Apriamo quindi la pagina e nella casella di ricerca, inseriamo la parola “Colosseo”. Avviciniamoci con lo zoom, facciamo clic destro sul punto che ci interessa, e poi, nel menu a tendina che compare, facciamo ancora clic su “Che cosa c’ è qui?; nel punto in cui abbiamo fatto clic destro, compare una freccia verde, e contemporaneamente nella casella di ricerca di googlemaps compaiono immediatamente i valori di latitudine e longitudine. Copiamo ed incolliamo da qualche parte la coppia di valori. Il risultato dovrebbe essere all’ incirca il seguente: Colosseo -> 41.890276,12.492307.
Ovviamente, vale anche il percorso inverso. Infatti, dopo aver chiuso e riaperto Google Maps, se inseriamo la coppia di valori nella casella di ricerca, ricompare l’ immagine del Colosseo.
Puoi ora divertirti con qualsiasi luogo a piacere: casa tua, casa mia, la tua scuola, quella di Giorgia e Giulia, ecc.; devi solo inserire l’ indirizzo esatto, e ripetere il procedimento che ti ho descritto.
Siamo ora pronti a fare il giro del mondo in meno di un minuto.
Possiamo, ad esempio, partire dall’ Osservatorio Reale di Greenwich, puntare quindi ad Est mantenendoci sullo stesso parallelo, e ritornare poi al punto di partenza dalla parte opposta. Prendendo opportunamente i valori delle coordinate geografiche, possiamo ad esempio verificare che la longitudine prende tutti i valori da 0 a 180, che sono positivi in tutto l’ emisfero occidentale, e negativi in quello orientale.
Infatti, Osservatorio Reale di Greenwich (51.477454,-0.000393) -> Territorio di Chabarovsk, estrema Russia orientale (50.958427,134.941399) -> Oceano Atlantico, quasi al confine con il Pacifico (52.696361,167.636712) -> Oceano Pacifico, quasi al confine con l’ Atlantico (52.696361,-179.355476) -> Calvert Island, Canadà (51.572802,-128.155746) -> Terranova e Labrador (52.321911,-59.604494) -> in pieno Oceano Atlantico (52.268157,-32.27051) -> Lambeth, quartiere di Londra, a pochi Km. da Greenwich (51.49421,-0.110092) – Osservatorio Reale di Greenwich (51.477454,-0.000393).

Ovviamente, possiamo verificare anche che nei due emisferi, la latitudine può prendere tutti i valori da 0 a 90, che sono positivi negli emisferi occidentale e orientale nord, e cioè al di sopra del meridiano 0, e negativi al di sotto.
Ad esempio, mantenendoci sullo stesso meridiano di Salerno, scendiamo giù, un poco oltre la punta estrema meridionale dell’ Africa, in modo da avere all’ incirca le stesse coordinate geografiche di Salerno, ma con valore negativo della latitudine, ad esempio questo punto: -40.446947,18.574212. Possiamo partire da questo punto spostandoci  verso Est e mantenendo all’ incirca costante il valore della latitudine, e quindi ritornare allo stesso punto dalla parte opposta. Ma questo, caro Ale,  lo lascio fare a te.

Uso della bussola: operazioni fondamentali.

Le tecniche di orientamento – descritte nella guida che normalmente  viene rilasciata all’ atto dell’ acquisto – differiscono a seconda del tipo di bussola. Di seguito descriviamo brevemente le operazioni da eseguire per una bussola da carteggio.
Per orientare – come indicato in figura – cartina e bussola verso il Nord, occorre prima ruotare la bussola fino a quando l’indicatore dell’ azimut* non combacia con il nord magnetico indicato dall’ ago, e poi ruotare la cartina fino ad allineare le linee del reticolo alla bussola.
(L’ azimut* è l’angolo formato fra il Nord e la nostra  direzione tra il punto che ci troviamo ed il punto che vogliamo raggiungere).
Ora, cartina geografica (mappa) e bussola sono entrambe ben orientate verso il nord magnetico.

bussolamappaSupponendo che “A” sia la nostra posizione e “B” la destinazione, possiamo ora determinare la direzione da seguire. Allora, mettiamoci di fronte alla mappa con la bussola davanti a noi.
Tenendo ferma la bussola ruotiamo la ghiera mobile della bussola fino ad allineare il Nord corrispondente all’ Azimut con il Nord segnalato dall’ ago magnetico.

Ora, facendo sempre attenzione a mantenere allineati il nord della ghiera con il Nord magnetico, basterà camminare tenendo la bussola davanti a noi, fino a raggiungere il punto di destinazione.

Epilogo.

Oggi lo sviluppo tecnologico mette a nostra disposizione molti strumenti utili. Penso ad esempio al cellulare con GPS.
Ricordo cha da giovane dissi a mio suocero di avviarsi sugli Alburni, che poi lo avrei raggiunto con la mia auto al casone Farina, dove dovevamo preparare il bivacco per “la tre giorni” di caccia la cinghiale. Mio suocero si ostinò a portare anche mio figlio Alfredo, che allora aveva sette max otto anni, e si dormiva tutti in sacco a pelo attorno ad un gran fuoco, aspettando il primo baluginare dell’ alba per l’ inizio della caccia. Tempi mitici.

Camminando in fretta, mi slogai una caviglia. Poteva finir male, bloccato com’ero senza potermi muovere.

Per fortuna, mio suocero si trovò a passare casualmente da quelle parti assieme a tutta la comitiva .. era incavolatissimo contro di me, e ricordo ancora quello che mi disse: ” in montagna si va almeno in due, e con le scarpe giuste” Però, con il GPS avrei risolto tutto!
Perciò, cari nipoti, da maggiorenni, se vi capiterà di fare escursioni o viaggi in territori poco abitati, allora ricordatevi di portare con voi sempre mappa, bussola e cellulare con GPS.

nonno Zeferino

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I Miei Primi 80.

Salerno, 27/08/2013, martedì.

happy-birthdayHo compiuto i miei primi 80 ieri, lunedì 26/08/2013, ma abbiamo festeggiato questo happy birthday solo oggi, martedì, al Nettuno di Paestum, che è chiuso di lunedì, ed al quale – per motivi che dirò – non volevo assolutamente rinunciare.
Il fatto è che al Nettuno sono di casa. Ci andavo già da giovane con mio suocero, che mi diceva: “Andiamo al Posto di Ristoro, da Arnaldo”. Così il Nettuno veniva allora chiamato localmente. Oggi mio suocero e Arnaldo non ci sono più, non c’ è il dr. Sorrentino, il farmacista, e quelle altre persone che, come mi confermava anche la figlia di Arnaldo, amica oltretutto di mia nuora e di mio figlio – erano conosciuti a Paestum come un gruppetto storico.
Poi a me piace questo ristorante che, più unico che raro, da ogni suo punto affaccia proprio sui Templi.
In particolare, c’ è quel posticino molto ombroso con tavolini e sedie, sotto un filare di alberi, ed appena al di là, sfolgoranti nella luce calda del sole estivo, solenni si ergono quelle colonne di classica e pura bellezza, che non stancano mai l’ occhio, rasserenanti. Ma non c’ è bisogno che io spenda altre parole: il Nettuno di Paestum è conosciuto nel mondo; quando stavo a Milano – chimico alla Snia Viscosa – il collega dr. Moruzzi mi diceva: “Beato te, Zeferino, che stai a quattro passi da quel ristorante che affaccia sui templi!”.

Come di consueto, abbiamo scattato delle foto, cui, una per una, ho aggiunto qualche commento.
Quella dei nonni è una storia conosciuta, ma ognuna ha – ne sono convinto! – una caratteristica particolare. Quindi, se avete un poco di tempo…

Quì sto con mio figlio Alfredo.

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In questa foto: seduti, Giulia mia nipote, io, la mia consuocera; in piedi, da sinistra, mio figlio Alfredo, mio nipote Alessandro, Pina, una parente di mia nuora, Lucia, mia moglie, mia nuora Patrizia con Giorgia in braccio, ed infine Ciro, il compagno di mia figlia Amalia, autrice di questa che definisco bella foto, non fosse altro perché stiamo al fresco sotto quegli alberi di cui sopra vi parlavo.

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In questa altra foto, simile alla precedente, Ciro scatta e Amalia posa, in piedi a destra, dove prima stava Ciro.

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Quì sto con Ale. Gli ho raccomandato di non perdere tempo, e di trovarsi una fidanzatina snella e bionda come lui. Dite la verità. Non è un bel ragazzo?

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Per me questa è la foto perfetta, come peraltro si evidenzia dalla mia espressione. Curiosa quella di Giorgina, che sembra dire: “Ma guardate che mi tocca fare! Ma questi che vogliono da me?”.
E’ quella che più mi somiglia, nel fisico e nella mente. Ha una storia d’ amore. Non sorridete. Sono cose serie. Alla sua età soffrii maledettamente per Gilda, una bruna paffuta con dei ricci stupendi; soffrii tanto che per alcune settimane odiai lei, i suoi ed i miei genitori.

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Quì, con mia figlia Amalia, sono un poco mesto, pensando al cameriere che poco prima mi aveva messo davanti la torta, ed al quale generosamente avevo proposto la restituzione completa di essa torta, con annessi anni. Me l’ ha ricusata, nettamente! Non c’ è riconoscenza a questo mondo!

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Quì mia moglie Lucia, nel bene e nel male.

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Una foto di gruppo.

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Un’ altra foto di gruppo, l’ ultima.

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Caro tonicopi, amico mio, concedimi una considerazione finale. Hai proprio ragione.
Anche tu sei nonno, e ti ringrazio per avermi mandato quelle bellissime foto che io ho pubblicato quì e altrove, e che custodisco gelosamente. Ma alla nostra età – intendo, quella dei nonni in genere, e non la tua, che sei molto più giovane di me – la sola cosa veramente importante e gratificante è quella di poter seguire il più a lungo possibile le aspettative dei propri nipoti.

Zeferino

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HURRICANE!

Salerno, 27/06/2013

Caro Ale.

Quest’ anno, sulla tua pagella scolastica finale, accanto agli altri buoni voti, spicca un bel 10 in Geografia.

Alla ricerca del padrone.

Alla ricerca del padrone.

Bravo! Sono orgoglioso di te.
Questo risultato dimostra a te stesso che quando una cosa ti piace, qualunque essa sia, puoi raggiungere l’ eccellenza. Per il tuo bene, non dimenticare mai ciò.

Parliamo ora dell’ argomento di questo articolo.
L’ altro giorno, a Paestum, mi hai chiesto: “Nonno, che cosa significa ‘Hurricane’?”
Approssimativamente, e distrattamente, ti dissi che significa uragano, e ti dissi pure che esistono anche molti sinonimi, ad esempio il famoso caccia britannico inglese ‘Hawker Hurricane'(comunemente ‘Hurricane‘), utilizzato all’inizio della seconda guerra mondiale contro i caccia ‘Luftwaffe’ tedeschi nei cieli della Gran Bretagna e della Francia.

Ma oggi, pensavo tra me: Ale, … 10 in geografia, … Hurricane, uragano … gli uragani, i fenomeni climatici terrestri, la geofisica. Allora, per associazione mentale, mi è venuta in mente questa interessante correlazione: Geografia, Geofisica, Inglese!

Ho pensato quindi di scrivere questo post per farti rilevare quanto può essere importante per te assecondare e sviluppare questa tua passione per la geografia. Insomma, a parer mio, considerato che conosci bene la classica geografia descrittiva, potrebbe essere interessante conoscere anche la geofisica, cioè la fisica terrestre, che comprende tante branche, come la meteorologia, la sismologia, la climatologia, l’ oceanografia, il geomagnetismo, ecc.

La conoscenza della lingua inglese è però fondamentale per qualsiasi tipo di ricerca; ad esempio, le migliori fonti sull’argomento ‘Hurricane’ da me trovate – bellissime! e perciò ho scritto questo articolo! – sono in lingua inglese. Mike Bongiorno diceva: “Io devo il mio successo alla conoscenza della lingua inglese”.

Bando alle chiacchiere. Ho iniziato una ricerca per te.
Di seguito, ti propongo una serie di link bellissimi (in particolare , l’ultimo) relativi agli uragani:

National Hurricane CenterHurricane Preparedness WeekStorm Surge OverviewThe COMET Program

Se finora hai esplorato i suddetti link, puoi tranquillamente approfondire e completare la ricerca per conto tuo. Ma ci sono cose che non si possono esprimere compiutamente tramite un semplice post; ad esempio: interactive map of Hurricane Katrina.

Quindi, se ti fa piacere, e quando vuoi, vieni a casa mia! davanti al pc, potrei dirti altre cose interessanti.

Ciao

nonnozef

p.s. Prima di chiudere, guarda questa slideshow “Uragani”:

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Al Parco Europa

Salerno, 08/06/2013.

Oggi sono stato al Parco Europa, con mia figlia Amalia e con i nipoti Ale (Alessandro) e Giulia, ma senza Giorgina, che è voluta andare con il padre.
Mia figlia Amalia, che è innamorata del Parco Europa, mi ha detto: “La prossima volta dobbiamo tornare al Parco anche con Giorgina”.
Ecco mia figlia, che è venuta un poco in ombra, ma che compare spesso nella successiva slideshow.

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Questo è Ale.

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Questa è Giulia:

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Di seguito la slideshow (intervallo=10″) delle 15 foto scattate:

Il giorno appresso Giorgina (con maglietta bianca e shirt rosa) è venuta anche lei al Parco Europa, e tutti assieme abbiamo mandato saluti e baci al papà ad un congresso di medicina a Parigi.
Quando ha visto anche lei le immagini di sopra, mi ha chiesto giustamente di essere inserita anche lei in questo articolo, che io con piacere ho aggiornato.

Quindi, di seguito riporto anche una seconda slideshow di 6 delle numerose foto scattate:

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RIKKI TIKKI TAVI: A SUMMARY.

Foreword for my grandchildren.

Dear Ale, Giorgia and Giulia; dear  daughter Amalia.
220px-Rikki-Tikki-Tavi“Rikki Tikki Tavi” is an adventure story by  Rudyard Kipling (Bombay, 1865 – London, 1936). Released in November 1893 in the magazines “Pall Mall Magazine” and “St. Nicholas Magazine”, was reissued  the following year in the collection “The Jungle Book”.
With enthusiasm as a kid I read “Rikki Tikki Tavi”, today with the same enthusiasm I have reread the Italian translation and the original text. Since the story “Rikki Tikki Tavi” is too long for a blog, I made a summary in Italian, but integrally bringing the paragraphs which to me seemed more beautiful or more important. Then I published the story even in the original language, translating the summary and instead bringing those paragraphs just like R. Kipling wrote them.
Read them! Read and understand Kipling on the original texts is wonderful! And it’s also a great way to learn English.

At the end of this article I have listed a nice video, which lasts about 24 ‘, produced by Chuck Jones, who sees among the performers also Orson Welles, narrator, and voice actor also voices of Nag and Chuchundra.

Rikki moving house.

At the hole where he went in
Red-Eye called to Wrinkle-Skin.
Hear what little Red-Eye saith:
“Nag, come up and dance with death!”

Eye to eye and head to head,
(Keep the measure, Nag.)
This shall end when one is dead;
(At thy pleasure, Nag.)
Turn for turn and twist for twist-
(Run and hide thee, Nag.)
Hah! The hooded Death has missed!
(Woe betide thee, Nag!)

rikki4This is the story of the great war that Rikki-tikki-tavi fought single-handed, through the bath-rooms of the big bungalow in Segowlee cantonment. Darzee, the tailor-bird, helped him, and Chuchundra, the musk-rat, who never comes out into the middle of the floor, but always creeps round by the wall, gave him advice; but Rikki-tikki did the real fighting.

Rikki Tikki Tavi was a very nice young mongoose, named for its distinctive war cry – Riktiktikkitikkitehk! – When sneaking through the tall grass. One day  Rikki Tikki (so d ‘now on we will call it), swept away from his den – where he lived with his father and mother – in a downpour of summer, and ended up passed out in the ditch semiaffogato an Indian bungalow inhabited by whites .

When he revived, he was lying in the hot sun on the middle of a garden path, very draggled indeed, and a small boy was saying: “Here’s a dead mongoose. Let’s have a funeral.”

“No,” said his mother; “let’s take him in and dry him. Perhaps he isn’t really dead.”

They took him into the house, and a big man picked him up between his finger and thumb, and said he was not dead but half choked; so they wrapped him in cotton-wool, and warmed him, and he opened his eyes and sneezed.

“Now,” said the big man (he was an Englishman who had just moved into the bungalow); “don’t frighten him, and we’ll see what he’ll do.”

 The explorations of Rikki.

 rikki3It is the hardest thing in the world to frighten a mongoose, because he is eaten up from nose to tail with curiosity. The motto of all the mongoose family is “Run and find out”; and Rikki-tikki was a true mongoose. He looked at the cotton-wool, decided that it was not good to eat, ran all around the table, sat up and put his fur in order, scratched himself, and jumped on the small boy’s shoulder.

“Don’t be frightened, Teddy,” said his father. “That’s his way of making friends.”

“Ouch! He’s tickling under my chin,” said Teddy.

Rikki Tikki pleased Teddy and his parents, and he soon became the mascot of the house, but also the house and its owners were very popular in Rikki Tikki, who immediately decided not to go away, because there were more things in the house to discover of how many his family could find out in a lifetime.  He spent the whole day wandering around the house, experimenting, observing, while having fun and enjoying the hosts, in a swirl of fun and cheerful situations, and sometimes even dangerous (… almost he drowned herself in the bath , and he scalded his nose looking too closely at the lit cigar of big man, etc).

Teddy’s mother and father came in, the last thing, to look at their boy, and Rikki-tikki was awake on the pillow. “I don’t like that,” said Teddy’s mother; “he may bite the child.” “He’ll do no such thing,” said the father. “Teddy’s safer with that little beast than if he had a bloodhound to watch him. If a snake came into the nursery now — ”

But Teddy’s mother wouldn’t think of anything so awful.

Rikki Tikki, well educated by her mother who had lived in the house of General,  in Segowlee, was brilliantly realizing his dream of becoming a domestic mongoose, to have so many rooms where you can run around, and a large and beautiful garden, with lots of interesting people from know. In fact, running up and down the garden, he heard plaintive voices that came out of a bush of thorns

It was Darzee, the tailor-bird, and his wife. They had made a beautiful nest by pulling two big leaves together and stitching them up the edges with fibres, and had filled the hollow with cotton and downy fluff. The nest swayed to and fro, as they sat on the rim and cried.

“What is the matter?” asked Rikki-tikki.

“We are very miserable,” said Darzee. “One of our babies fell out of the nest yesterday, and Nag ate him.”

“H’m!” said Rikki-tikki, “that is very sad — but I am a stranger here. Who is Nag?”

Rikki meets Nag and Nagaina.

rikki-cobraDarzee and his wife only cowered down in the nest without answering, for from the thick grass at the foot of the bush there came a low hiss — a horrid cold sound that made Rikki-tikki jump back two clear feet. Then inch by inch out of the grass rose up the head and spread hood of Nag, the big black cobra, and he was five feet long from tongue to tail. When he had lifted one-third of himself clear of the ground, he stayed balancing to and fro exactly as a dandelion-tuft balances in the wind, and he looked at Rikki-tikki with the wicked snake’s eyes that never change their expression, whatever the snake may be thinking of.

“Who is Nag?” said he. ”I am Nag. The great god Brahm put his mark upon all our people when the first cobra spread his hood to keep the sun off Brahm as he slept. Look, and be afraid!”

He spread out his hood more than ever, and Rikki-tikki saw the spectacle-mark on the back of it that looks exactly like the eye part of a hook-and-eye fastening. He was afraid for the minute; but it is impossible for a mongoose to stay frightened for any length of time, and though Rikki-tikki had never met a live cobra before, his mother had fed him on dead ones, and he knew that all a grown mongoose’s business in life was to fight and eat snakes. Nag knew that too, and at the bottom of his cold heart he was afraid.

“Well,” said Rikki-tikki, and his tail began to fluff up again, “marks or no marks, do you think it is right for you to eat fledglings out of a nest?”

Just for a moment Rikki Tikki  was afraid, but then prevailed the instinct of his race, which is to hunt for snakes and to devour them. Even Nag knew it, and the bottom of his cold heart he was afraid. And while Nagaina, his wicked wife,  creeping quietly behind Rikki Tikki to attack by surprise, Nag tried to distract Rikki with conciliatory phrases.

“Let us talk,” he said. “You eat eggs. Why should not I eat birds?”

“Behind you! Look behind you!” sang Darzee.

Rikki-tikki knew better than to waste time in staring. He jumped up in the air as high as he could go, and just under him whizzed by the head of Nagaina, Nag’s wicked wife. She had crept up behind him as he was talking, to make an end of him; and he heard her savage hiss as the stroke missed. He came down almost across her back, and if he had been an old mongoose he would have know that then was the time to break her back with one bite; but he was afraid of the terrible lashing return-stroke of the cobra. He bit, indeed, but did not bite long enough, and he jumped clear of the whisking tail, leaving Nagaina torn and angry.

Rikki Tikki was very angry and  was ready to fight back, but Nagaina, after threatening Darzee, along with Nag disappeared behind the tall grass.

After Rikki Tikki reflected long. What had happened had now become a serious business for him in narrow terms, victory was only a matter of quickness of eye and legs – the burst of the cobra against the leap of mongoose. But if you wanted to save Teddy – which he was extremely fond of – and his parents, consequently he needed a strategy. He  would have thought, but for the moment, happy and confident to have dodged a blow from behind, waited Teddy running down the avenue to caress him.

 Rikki kills Karait.

But just as Teddy was stooping, something flinched a little in the dust, and a
tiny voice said: “Be careful. I am death!” It was Karait, the dusty brown
snakeling that lies for choice on the dusty earth; and his bite is as
dangerous as the cobra’s. But he is so small that nobody thinks of him, and so
he does the more harm to people.

Rikki Tikki faced in style – red eyes, and step characteristic rocking and
swinging, but balanced and multidirectional – this sudden challenge,
particularly dangerous because Karait, being small, can turn quickly and can
deliver the coup de tail.

Karait struck out. Rikki jumped sideways and tried to run in, but the wicked little dusty gray head lashed within a fraction of his shoulder, and he had to jump over the body, and the head followed his heels close.

Teddy shouted to the house: “Oh, look here! Our mongoose is killing a snake”; and Rikki-tikki heard a scream from Teddy’s mother. His father ran out with a stick, but by the time he came up, Karait had lunged out once too far, and Rikki-tikki- had sprung, jumped on the snake’s back, dropped his head far between his fore-legs, bitten as high up the back as he could get hold, and rolled away. That bite paralysed Karait, and Rikki-tikki was just going to eat him up from the tail, after the custom of his family at dinner, when he remembered that a full meal makes a slow mongoose, and if wanted all his strength and quickness ready, he must keep himself thin.

That night at dinner, he began to apply its strategy: he is not filled with delicacies, but failed to availability, but he remembered Nag and Nagaina, and threw a few times his long war cry: “Rikkitikkrtikkitikki thk!”

Rikki goes hunting for news.

RikkiVerandaTeddy carried him to bed, but Rikki Tikki, as soon as Teddy was asleep, went out to do his rounds at night around the house, and found Chuchundra, the muskrat, a very cowardly and fearful beast, whimpering all night. The strategy of Rikki Tikki was impeccable: he needed news, that tried to get from the hesitant and whining Chuchundra. Alerted by Chuchundra, Rikki Tikki heard a slight noise, similar to rubbing deaf of the scales of a snake on the bricks, and he realized that he could be or Nag or Nagaina. Then, very quickly, after making sure that all was quiet in the room of Teddy and in the rest of the house, went into the bathroom and he went down the smooth wall plastered with lime where a brick had been taken to open a drain to the bath water, he crept along the wall where rested prominence in the tub, and he heard Nag and Nagaina whispering outside in the moonlight.

“When the house is emptied of people,” said Nagaina to her husband, “he will have to go away, and then the garden will be our own again. Go in quietly, and remember that the big man who killed Karait is the first one to bite. Then come out and tell me, and we will hunt for Rikki-tikki together.”

“But are you sure that there is anything to be gained by killing the people?” said Nag.

“Everything. When there were no people in the bungalow, did we have any mongoose in the garden? So long as the bungalow is empty, we are king and queen of the garden; and remember that as soon as our eggs in the melon-bed hatch (as they may to-morrow), our children will need room and quiet.”

“I had not thought of that,” said Nag. “I will go, but there is no need that we should hunt for Rikki-tikki afterward. I will kill the big man and his wife, and the child if I can, and come away quietly. The the bungalow will be empty, and Rikki-tikki will go.”

Rikki kills Naig.

While Rikki Tikki still trembled from head to foot for rage and indignation at hearing those words, he saw the head of Nag emerge from the duct, and then the five feet in length of its body that followed. Nag coiled himself up, raised his head, and looked into the bath-room in the dark, and Rikki could see his eyes glitter.

Nag drank in the big jug that was used to fill the tub, and then rolled himself around, and R. T. heard him say that he would be there in a cool place until the morning waiting for the father of Teddy, with the purpose to kill him while taking a bath unarmed. Rikki Tikki, who was hidden and motionless as a corpse, after an hour he began to move very slowly toward Nag, who meanwhile had fallen asleep. He considered the various possible types of attacks, and in the end he decided.

“It must be the head,” he said at last; “the head above the hood; and when I am once there, I must not let go.”

Rikki-AttaccaNagThen he jumped. The head was lying a little clear of the water-jar, under the curve of it; and, as his teeth met, Rikki braced his back against the bulge of the red earthenware to hold down the head. This gave him just one second’s purchase, and he made the most of it. Then he was battered to and fro as a rat is shaken by a dog — to and fro on the floor, up and down, and round in great circles; but his eyes were red, and he held on as the body cart-whipped over the floor, upsetting the tin dipper and the soap-dish and the flesh-brush, and banged against the tin side of the bath.

As he held he closed his jaws tighter and tighter, for he made sure he would be banged to death, and, for the honour of his family, he preferred to be found with his teeth locked. He was dizzy, aching, and felt shaken to pieces when something went off like a thunderclap just behind him; a hot wind knocked him senseless, and red fire singed his fur. The big man had been wakened by the noise, and had fired both barrels of a shot-gun into Nag just behind the hood.

Rikki destroys Nagaina’s eggs.

Without waiting for breakfast, Rikki Tikki ran to the bush of thorns: absolutely had to immediately know from Darzee where they were eggs and where he was at that moment Nagaina.

The news of the death of Nag had spread all over the garden, and Darzee sang a hymn of triumph in honor of Rikki Tikki, who repeatedly tried to interrupt him and tried to receive those vital news. But Darzee continued undaunted to sing: resembled very much like a man in some things.

Then Rikki Tikki threatened Darzee much heavily, and so he was able to know that Nagaina had hidden the eggs into poponaia, in the end of the wall where the sun strikes nearly all day. Then Rikki Tikki devised quickly its strategy of attack, and said, “Darzee, if you have a grain of judgment then you should fly to the stables and pretend to have a broken wing and let Nagaina chase from to this bush. I must go to poponaia and if she comes now, she could see me.”

Thinking that his children were born from eggs, Darzee decided not to execute the request for Rikki, but his wife was a sensible bird, and she knew that cobra’s eggs become later small cobras. She flew away from the nest, and fluttered in front of Nagaina near at the pile of garbage crying: “Oh! my wing is broken! The boy of the house I pulled a rock and gave it to me broken.”

darzeewife-nagainaNagaina lifted up her head and hissed, “You warned Rikki-tikki when I would have killed him. Indeed and truly, you’ve chosed a bad place to be lame in.” And she moved toward Darzee’s wife, slipping along over the dust.

“The boy broke it with a stone! shrieked Darzee’s wife.

“Well! It may be some consolation to you when you’re dead to know that I shall settle accounts with the boy. My husband lies on the rubbish-heap this morning, but before the night the boy in the house will lie very still. What is the use of running away? I am sure to catch you. Little fool, look at me!”

Darzee’s wife knew better than to do that, for a bird who looks at a snake’s eyes gets so frightened that she cannot move. Darzee’s wife fluttered on, piping sorrowfully, and never leaving the ground, and Nagaina quickened her pace.

After making sure that they took the avenue of the stables, Rikki Tikki raced
down the poponaia near the end of the wall, and there he found twenty-five
eggs very cleverly hidden. He had almost destroyed all the eggs, when he heard
his wife screaming that unfortunately Darzee Nagaina had direct to the porch
and threatened to kill the owners of the house. Then Rikki Tikki crushed two
of the three remaining eggs, and ran like lightning with the third egg in his
mouth to the porch, where he saw Nagaina curled up on the mat at Teddy’s chair,
just a shot of the bare leg of the boy, who was rocking back and forth
singing a song of triumph.

 Nagaina attacks.

“Son of the big man that killed Nag,” she hissed, “stay still. I am not ready yet. Wait a little. Keep very still, all you three. If you move I strike, and if you do not move I strike. Oh, foolish people, who killed my Nag!”

Teddy’s eyes were fixed on his father, and all his father could do was to whisper, “Sit still, Teddy. You mustn’t move. Teddy, keep still.”

Then Rikki-tikki came up and cried: “Turn round Nagaina; turn and fight!”

“All in good time,” said she, without moving her eyes. “I will settle my account with you presently. Look at your friends, Rikki-tikki. They are still and white; they are afraid. They dare not move, and if you come a step nearer I strike.”

“Look at your eggs,” said Rikki-tikki, “in the melon-bed near the wall. Go and look, Nagaina.”

The big snake turned half round, and saw the egg on the verandah. “Ah-h! Give it to me,” she said.

rikki-uovoRikki-tikki put his paws one on each side of the egg, and his eyes were blood-red. “What price for a snake’s egg? For a young cobra? For a young king-cobra? For the last — the very last of the brood? The ants are eating all the others down by the melon-bed.”

Nagaina spun clear round, forgetting everything for the sake of the one egg; and Rikki-tikki saw Teddy’s father shoot out a big hand, catch Teddy by the shoulder, and drag him across the little table with the teacups, safe and out of reach of Nagaina.

Rikki Tikki then began to taunt Nagaina, for having let slip the boy, and also
tried to make her go crazy and fiaccarla in moral shouting in his face that he
had been the ‘killer Nag, and like’ had killed.

Rikki-tikki-tchk-tchk! Come then, Nagaina, Come and fight with me. You shall not be a widow long.”

Nagaina saw that she had lost her chance of killing Teddy, and the egg lay between Rikki-tikki’s paws. “Give me the egg, Rikki-tikki. Give me the last of my eggs, and I will go away and never come back,” she said, lowering her hood.

Rikki kills Nagaina.

“Yes, you will go away, and you will never come back; for you will go to the rubbish-heap with Nag. Fight, widow! The big man has gone for his gun! Fight!”

The deadly struggle began. Rikki Tikki turned around Nagaina, tenendoi just
out of reach of his enthusiasm, his little eyes like hot coals. Many times
Nagaina gathered about herself and threw herself at him, and every time Rikki
Tikk dodged the fatal blow. But Rikki had forgotten the u or v, who was still
on the veranda, and Nagaina closer and closer to it, until she took him in her
mouth, turned to the veranda steps, and flew like an arrow down the path, with
Rikki-tikki behind her. Rikki Tikki knew he had to capture it, or all of the
problems would be restarted. The wife of Darzee flew away from her nest as
Nagaina passed, and flapped his wings on his head. That ‘moment of delay
allowed Rikki Tikki to reach it, and as he slipped the mouse hole, where she
and Nag had made their lair, his white teeth clenched on the tail of Nagaina.
Rikki did not give up, and he was dragged down the slope of dark damp earth
and warm.

Then the grass by the mouth of the hole stopped waving, and Darzee said: “It
is all over with Rikki-tikki! We must sing his death song. Valiant Rikki-tikki
is dead! For Nagaina will surely kill him underground.”

So he sang a very mournful song that he made up on the spur of the minute, and
just as he got to the most touching part the grass quivered again, and
Rikki-tikki, covered with dirt, dragged himself out of the hole leg by leg,
licking his whiskers. Darzee stopped with a little shout. Rikki-tikki shook
some of the dust out of his fur and sneezed. “It is all over,” he said.
“The widow will never come out again.” And the red ants that live between
the grass stems heard him, and began to troop down one after another to see if
he had spoken the truth.

Rikki Tikki curled up on the grass and slept where he was, and slept for a
long time. Rikki Tikki when he reached home, Teddy and his mother and his
father went to meet him, they made him a great feast and almost wept over him.

Dinner that evening was a great dinner for Rikki, who then went to sleep with
Teddy. Late at night the father and mother of Teddy went to his room.

“He saved our lives and Teddy’s life,” she said to her husband. “Just think,
 he saved all our lives!”

Rikki-tikki woke up with a jump, for all the mongooses are light sleepers.

“Oh, it’s you,” said he. “What are you bothering for? All the cobras are
dead; and if they weren’t, I’m here.”

Rikki-tikki had a right to be proud of himself; but he did not grow too proud,
and he kept that garden as a mongoose should keep it, with tooth and jump and
spring and bit, till never a cobra dared show its head inside the walls.

Darzee’s Chaunt.

(Sung in honour of Rikki-tikki-tavi)

 Singer and tailor am I —
Doubled the joys that I know —
Proud of my lilt through the sky,
Proud of the house that I sew —
Over and under, so weave I my music — so weave I the
house that I sew.

Sing to your fledglings again,
Mother, oh lift up your head!
Evil that plagued us is slain,
Death in the garden lies dead.
Terror that hid in the roses is impotent — flung on the
dung-hill and dead!

Who hath delivered us, who?
Tell me his nest and his name.
Rikki, the valiant, the true,
Tikki, with eyeballs of flame,
Rik-tikki-tikki, the ivory-fanged, the hunger with eye-
balls of flame.

Give him the Thanks of the birds,
Bowing with tail-feathers spread!
Praise him with nightingale-words —
Nay, I will praise him instead.
Hear! I will sing you the praise of the bottle-tailed
Rikki, with eyeballs of red!

(Here Rikki-tikki interrupted, and the rest of the song is lost.)

A final comment, and a council.

Rikki Tikki fight to the death before Karait with small but dangerous, then with Nag, huge and strong, and finally with the wicked and fearsome Nagaina,  and always wins.

Kipling describes with great precision and mastery of the strategy to fight the small mongoose against stronger opponents and older than her, and explicitly tells us that “the victory was only a matter of quickness of eye and legs – the burst of the cobra against the jump the mongoose. “

But Rikki also wins for other factors, less explicit but present throughout the story, namely, the tactical strategic Rikki, his intelligence, information gathering and knowledge of the terrain, the decision, the stubbornness, the ‘pride of her race, the teachings received, his loyalty and his love andattachment to the hosts, the bungalow (which he considers his second home), and especially Teddy. Rikki Tikki acts and thinks like a man, and often better, acts and thinks like a man brave but not foolhardy, which faces the fight although sometimes fear, which relies on its intelligence and never despairs.

If I compare this natural history, beautiful and believable to the amazing and unreal stories propinateci from fiction and cinema of today, honestly propose again to my grandchildren these stories in my time, much more beautiful and education and training.

In this summary, I have a lot of space reserved to the original text, for obvious reasons, the rest, I did my best. Aware, however, of the ‘inadequacy of my effort than what the story is worth, I apologize to the readers, pointing to fine this nice video:
RIKKI TIKKI TAVI.

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Rikki Tikki Tavi: un riassunto.

Premessa per i miei nipoti.

220px-Rikki-Tikki-Tavi

Carissimi Ale, Giorgia e Giulia; carissima Amalia.
“Rikki Tikki Tavi” e’ un racconto di avventura di Rudyard Kipling (Bombay, 1865 – Londra, 1936).
Pubblicato nel novembre 1893 sulle  riviste “Pall Mall Magazine” e “St Nicholas Magazine”, è stato  ristampato l’anno successivo nella raccolta “Il Libro Della Giungla”.

Con entusiasmo da ragazzo lessi  “Rikki TikkiTavi “,  oggi con altrettanto entusiasmo  lo ho riletto nella traduzione italiana e nel testo originale.

Siccome il racconto “Rikki Tikki Tavi” è troppo lungo per un blog,  ne ho fatto un riassunto in italiano, appunto questo “Rikki Tikki Tavi: un riassunto”, riportando però integralmente quei paragrafi che a me sono sembrati più belli o più importanti. Poi ho pubblicato il racconto anche nella lingua originale (“Rikki Tikki Tavi: a summary”), traducendo il riassunto e riportando invece quei paragrafi proprio come R. Kipling li ha scritti.

Leggeteli entrambi!  Leggere e capire Kipling sui testi originali è meraviglioso! Ed è anche un ottimo sistema per imparare l’ inglese.

In fondo a questo articolo ho riportato un bel video, della durata di circa 24 ‘, realizzato da Chuck Jones, che vede tra gli interpreti anche Orson Welles, narratore , e anche doppiatore delle voci di Nag e Chuchundra.

Di seguito, il testo colorato in blé è originale, l’ altro indica il riassunto.

 Rikki cambia casa.

rikki4Questa è la storia della grande guerra che Rikki Tikki Tavi combatté da solo, nella stanza da bagno del grande bungalow nell’accantonamento di Segowlee.
Darzee,  l’uccello-sarto,  lo aiutò, e Chuchundra, il Topo Muschiato, che mai si spinge nel mezzo del pavimento, ma striscia sempre lungo la parete, gli dette qualche consiglio;  ma fu Rikki Tikki Tavi a sostenere la vera battaglia.
 Rikki Tikki Tavi era una simpaticissima giovane mangusta, chiamata così per il suo caratteristico grido di guerra – Riktiktikkitikkitehk! – quando sgattaiolava attraverso l’erba alta.
Un giorno Rikki Tikki( così d’ ora in poi lo chiameremo), spazzato via dalla sua tana – dove viveva con il padre e la madre – da un acquazzone di piena estate,  finì svenuto e semiaffogato nel fosso di un bungalow indiano abitato da bianchi. 

Quando si riebbe, si trovò disteso al sole caldo, tutto sporco di fango in mezzo al viale di un giardino, e udì un ragazzetto che diceva:
” C’è una mangusta morta. Facciamole il funerale.”
“No – disse sua madre – portiamola dentro ad asciugare. Forse non è proprio morta.”

Lo portarono a casa e un omone lo prese delicatamente fra l’indice e il pollice e disse che non era morto ma mezzo soffocato. Allora lo avvolsero nella bambagia e lo riscaldarono finché aprì gli occhi e starnutì.
“Ora – disse l’omone, ( era un inglese stabilitosi proprio allora nel bungalow) – non lo spaventate, e vedremo  cosa farà.”

 Le esplorazioni di Rikki.

rikki3Spaventare una mangusta è la cosa più difficile di questo mondo, perché è divorata dalla curiosità dalla testa alla coda. Il motto di tutte le manguste è:  “Corri e scopri”; e Rikki Tikki era una vera mangusta. Osservò la bambagia, e capì che non era roba da mangiare; corse tutto intorno alla tavola, sedette, si lisciò il pelo, si grattò e saltò sulle spalle del ragazzo.
“Non aver paura, Teddy – disse suo padre – E’ il suo modo di fare amicizia.
” Ohi! Mi fa il solletico sotto il mento”, disse Teddy.

 Rikki Tikki piacque, e divenne  subito la mascotte della casa; ma anche la casa ed i suoi padroni piacquero molto  a Rikki Tikki, che subito decise di non andar via, perché vi erano in quella  casa più cose da scoprire di  quante  tutta la sua  famiglia avrebbe potuto scoprire in una intera vita.

Passò l’intero giorno a girare per la casa, sperimentando, osservando, divertendosi e divertendo i padroni di casa, in una girandola scoppiettante e festosa di situazioni tanto divertenti quanto buffe, ed a volte anche pericolose (… quasi  si annegò nelle vasche da bagno;   si scottò il naso guardando troppo da vicino il  sigaro acceso dell’omone; ecc,).

Il padre e la madre  di Teddy vennero,  per ultima cosa,  a guardare il loro ragazzo, e trovarono Rikki Tikki sveglio sul guanciale.
“Questo non mi piace”, disse preoccupata la mamma di Teddy; “ può mordere il ragazzo.”
“Non farà mai una cosa simile,” rispose il padre. ”Teddy è più sicuro con quella bestiolina accanto che se avesse un cane da guardia. Se un serpente entrasse nella camera ora…”
 Ma la madre di Teddy non voleva nemmeno pensare a una cosa così terribile.

Rikki Tikki, ben educata dalla mamma che era vissuta nella casa del Generale,  a Segowlee, stava brillantemente realizzando il suo sogno di  diventare una mangusta domestica,  e di avere tante stanze dove poter scorazzare, ed un grande e bellissimo giardino, con tanti abitanti interessanti da conoscere . Infatti, correndo  su e giù per il giardino, udì delle voci lamentevoli che uscivano da un cespuglio di spini.

Erano Darzee, l’uccello sarto, e sua moglie. Avevano costruito un bellissimo nido,  riunendo due grosse foglie e cucendone insieme gli orli con delle fibre, e avevano riempito la cavità di cotone e di peluria morbida. Il nido oscillava avanti e indietro, mentre essi,  appollaiati sull’orlo,  si lamentavano.

“Che cosa c’ è?”,  domandò Rikki Tikki.

“Siamo tanto infelici,” rispose Darzee.  “Uno dei nostri piccini è caduto ieri dal nido, e Nag l’ ha mangiato.”

“ Uhm!”  fece  Rikki Tikki, “questa è una cosa molto triste –  ma lo sono un forestiero qui. Chi è Nag? “

Rikki incontra Nag e Nagaina.

rikki-cobraDarzee e sua moglie si rannicchiarono giù nel  nido senza rispondere, perché dall’erba folta, ai piedi del cespuglio, veniva un sibilo lieve – un terribile suono da gelare il sangue, che fece fare un balzo indietro di due buoni piedi a Rikki Tikki.
Allora, centimetro per centimetro, spuntò dall’erba la testa col cappuccio aperto di Nag, il grosso cobra nero lungo cinque piedi dalla lingua alla coda. Quando si fu rizzato per un terzo da terra, rimase a dondolarsi avanti e indietro proprio come un ciuffo di soffioni oscilla al vento, e guardò Rikki Tikki con gli occhi cattivi del serpente che non mutano mai espressione, qualunque cosa esso pensi.

“Chi è Nag?”  egli ripeté. “Sono io Nag. Il grande Brahma impresse il suo segno su tutta la nostra razza,  quando il primo cobra aprì il cappuccio per riparare dal sole Brahma, che dormiva. Guarda, e trema!”

 Rikki Tikki solo per un momento  ebbe paura, ma poi prevalse l’ istinto della sua razza, che consiste nel dar la caccia ai serpenti e nel divorarli. Anche Nag lo sapeva, e in fondo al suo cuore di ghiaccio  ebbe paura.  E  mentre la sua perfida moglie, Nagaina, strisciava  silenziosamente dietro Rikki Tikki per attaccarlo di sorpresa alle spalle, Nag cercò di distrarre Rikki con frasi concilianti.

  “Discorriamo,” disse.  “Tu mangi le uova. Perché non dovrei io divorare gli uccellini?”
“ Dietro a te! Guardati dietro!”,  cantò Darzee.
Rikki Tikki capì che non c’era da perder tempo a guardare indietro. Spiccò un salto in aria, più in alto che poté, e proprio sotto di lui guizzò, ronzando, la testa di Nagaina,  la perfida moglie di Nag.

Essa si era avvicinata strisciando dietro di lui mentre egli parlava, per finirlo;  ed egli udì il suo sibilo di rabbia per il colpo fallito.  Egli ricadde quasi sulla schiena di Nagaina, e se fosse stato una vecchia mangusta, avrebbe capito che quello era il momento di spezzarle la schiena con un morso solo; ma ebbe paura della terribile sferzata che vibra il cobra all’indietro. Veramente dette un morso, ma non fu  abbastanza lungo e con un salto si mise in salvo dalla coda che sferzava, lasciando Nagaina ferita e furiosa. 

Rikki Tikki si arrabbiò moltissimo, ed era pronto a contrattaccare, ma Nag, dopo aver minacciato Darzee, scomparve  assieme a Nagaina dietro l’erba alta.

Cessato il pericolo,  Rikki Tikki riflettè a lungo. Quanto era successo, era diventato ormai un affare serio per lui: in termini stretti,  la vittoria era solo questione di sveltezza di occhio e di gambe – la sferzata del cobra contro il salto della mangusta.  Ma se voleva salvare Teddy – cui si era oltremodo affezionato – ed i suoi genitori, occorreva anche una strategia. Ci avrebbe pensato, ma per il momento, contento e fiducioso di aver schivato un colpo da dietro, aspettò Teddy che correva giù per il viale per carezzarlo.

 Rikki ammazza Karait.

Ma proprio mentre Teddy si chinava, qualche cosa si contorse lievemente nella polvere, e una vocetta disse: “Bada. Io sono la morte!” Era Karait,  il serpentello bruno color sabbia che sta di preferenza in mezzo alla polvere;  il suo morso è pericoloso quanto quello del cobra, ma Karait è così piccolo che nessuno bada a lui,  e per questo è tanto più nocivo.

Rikki Tikki affrontò in perfetto stile – occhi rossi, e passo caratteristico dondolante e oscillante, ma equilibrato e multidirezionale  – questa improvvisa sfida, particolarmente pericolosa perché Karait, essendo piccolo, può girarsi rapidamente e può sferrare il colpo di coda.

Karait scattò avanti. Rikki Tikki balzò di fianco, poi cercò di corrergli sopra,  ma la perfida testolina grigia di  polvere fischiò ad un capello di distanza dalla sua spalla,  ed egli dovette saltare sopra il corpo del serpente, che gli schizzò dietro.

Teddy gridò verso la casa: ”Oh, guardate! La nostra mangusta sta ammazzando un serpente”; e Rikki Tikki udì la madre di Teddy gettare un grido. Il padre si precipitò fuori armato di un bastone, ma quando arrivò,  Karait aveva per una volta sbagliato la misura ricadendo troppo lontano e Rikki Tikki era scattato e saltato sul dorso del serpente, aveva affondato il muso fra le zampe davanti, addentato il dorso più su che aveva potuto ed era ruzzolato via. Il morso aveva paralizzato Karait, e Rikki Tikki stava per divorarselo, cominciando dalla coda, per pranzo, come era costume nella sua famiglia, quando si ricordò che un pasto troppo abbondante rende pigra e lenta una mangusta, e che se egli voleva aver pronta la sua forza e la sua sveltezza, doveva mantenersi leggero.

 Quella sera, a pranzo, iniziò ad applicare la sua strategia: non si rimpinzò di ghiottonerie, pur avendone la disponibilità; ma si ricordò di Nag e di Nagaina, e  lanciò alcune volte  il suo lungo grido di guerra: “Rikkitikkrtikkitikki thk!”

Rikki va a caccia di notizie.

RikkiVerandaTeddy lo portò a letto, ma  Rikki Tikki, non appena Teddy si fu addormentato,  uscì per fare la sua ronda di notte intorno alla casa,  e incontrò Chuchundra, il topo muschiato, una bestiolina molto vile e paurosa, che piagnucola e squittisce tutta la notte.

La strategia di Rikki Tikki fu ineccepibile: aveva bisogno di notizie, e cercò di ottenerle dall’ esitante e piagnucoloso  Chuchundra (n.d.a. il video, con  Orson Wells che doppia sia la voce di  Rikki Tikki che quella di Chuchundra, è in questo punto semplicemente stupendo.)

Rikki Tikki, messo in allerta da Chuchundra,  sentì un lievissimo fruscio, simile allo strofinio sordo delle squame di un serpente sui mattoni, ed intuì che poteva essere o Nag o Nagaina.  Allora, dopo essersi accertato molto velocemente che tutto era  tranquillo nella stanza di Teddy, e in quella dei  genitori e nel resto della casa, tornò nella stanza da bagno, andò in fondo alla parete liscia intonacata di calce dove era stato tolto un mattone per aprire uno scarico all’acqua del bagno, si insinuò lungo il risalto in muratura dove poggiava la vasca, e udì Nag e Nagaina che bisbigliavano fuori al chiaro di luna.

“Quando non ci sarà più gente nella casa,” diceva Nagaina al marito, “egli dovrà andarsene, e allora il giardino sarà di nuovo tutto nostro. Entra pian pianino, e ricordati che l’omone che ha ammazzato Karait va morsicato per  primo. Poi vieni a riferirmelo,  e daremo la caccia insieme a Rikki Tikki.”

“Ma sei sicura che ci si guadagnerà qualche cosa ad uccidere la gente?” chiese Nag.

“Tutto.  Quando non c’era gente nel bungalow, avevamo forse delle manguste nel giardino? Finché il bungalow è disabitato, noi siamo il re e la regina del giardino;  e ricordati che appena le nostre uova nella poponaia si schiuderanno, e può darsi domani stesso,  i nostri piccini avranno bisogno di spazio e di quiete.”

“Non ci avevo pensato,” disse Nag. “Andrò, ma non ci sarà bisogno di dar la caccia a Rikki Tikki dopo. Io ucciderò l’omone, e sua moglie e il ragazzo se posso, poi scapperò pian pianino. Allora il bungalow resterà disabitato,  e Rikki Tikki se ne andrà.”

 Rikki ammazza Naig.

Rikki-AttaccaNagRikki Tikki, mentre ancora  fremeva  da capo a piedi di rabbia e di sdegno all’udir quelle parole, vide la testa di Nag sbucare dal condotto, e i cinque piedi di lunghezza del suo corpo che la seguivano. Nag si attorcigliò, alzò la testa, e guardò dentro la stanza da bagno al buio, e Rikki Tikki vide luccicare i suoi occhi.

Nag  bevve nella grossa brocca che serviva per riempire la vasca, e poi le si arrotolò attorno, spira a spira; Rikki Tikki, che se ne stava nascosto ed immobile come un morto,  lo sentì dire che avrebbe aspettato lì al fresco fino al mattino il  padre di Teddy, con l’ intenzione di ucciderlo, disarmato, durante il bagno. Rikki Tikki dopo un’ora cominciò a muoversi molto lentamente verso Nag,  che intanto  si era addormentato. Valutò i vari possibili tipi di attacchi, ed alla fine decise.

“Bisogna che lo addenti alla testa,” disse alfine; “alla testa,  sopra il cappuccio; e una volta afferratolo , non debbo più  lasciarlo andare.”

Allora spiccò il salto’. La testa del serpente sporgeva un po’ sotto la curva della brocca e appena strinse i denti,  Rikki Tikki puntò la schiena contro la pancia della brocca di coccio rosso per mantenere ben ferma la testa del serpente. Ciò  gli dette appena un secondo di vantaggio, di cui seppe trarre il miglior partito. Poi fu sbatacchiato qua e là come un sorcio in bocca a un cane –  qua e là per il pavimento, su e giù tutto intorno, in larghi cerchi,  ma i suoi occhi erano rossi, e mantenne la presa, mentre il suo corpo frustava il pavimento e rovesciava il secchiello di stagno, il piattino del sapone, lo spazzolino e, sbattendovi contro, faceva risuonare la parete metallica della vasca. Intanto egli serrava sempre più le mascelle, perché era ormai sicuro di essere sbatacchiato a morte, e,  per l’onore della sua famiglia,  preferiva essere trovato coi denti stretti sulla preda. Aveva le vertigini e si sentiva tutto indolenzitogli,  gli pareva di essere stato ormai fatto a pezzi, quando qualche cosa, proprio dietro di lui,  esplose col rumore di un fulmine; un soffio caldo lo investì facendogli perdere i sensi e una vampata rossa gli abbruciacchiò il pelo. L’omone era stato svegliato dal fracasso e aveva scaricato tutte e due le canne del suo fucile da caccia addosso a Nag proprio sotto il cappuccio.

 Rikki Tikki, ancora mezzo morto, sentì il padre di Teddy che diceva: “E’ di nuovo la mangusta, Alice;  questa volta la bestiolina ha salvato la nostra vita.”
Poi Rikki Tikki si trascinò nella camera di Teddy.

Quando si fece giorno, Rikki Tikki sapeva esattamente cosa doveva fare: bisognava distruggere le uova e doveva chiudere  i conti  con Nagaina.

 Rikki distrugge le uova.

Senza aspettare la colazione, Rikki Tikki corse al cespuglio di spini: doveva assolutamente subito sapere  da Darzee dove stavano le uova e dove si trovava in quel momento Nagaina.

La notizia della morte di Nag si era sparsa per tutto il giardino, e Darzee cantava un inno di trionfo in onore di Rikki Tikki, che più volte cercò di interromperlo per farsi dare quelle notizie vitali. Ma Darzee continuava imperterrito a cantare con quanta voce aveva: rassomigliava molto ad un uomo in certe cose.
Solo al terzo tentativo,  minacciandolo  energicamente,  Rikki riuscì a sapere da Darzee che Nagaina  stava sul  mucchio delle immondizie presso le scuderie a piangere sulla carogna di Nag, buttata lì dall’ uomo delle pulizie, e che le uova invece stavano nella poponaia, alla estremità più vicina al muro dove batte il sole quasi tutto il giorno.

Allora Rikki Tikki rapidamente ideò la sua strategia di attacco, e gli disse: “Darzee, se hai un granello di giudizio dovresti volare alle scuderie e far finta di avere un’ala spezzata e lasciarti rincorrere da Nagaina verso questo cespuglio. Bisogna che io vada alla poponaia e se vi andassi ora essa mi vedrebbe.”

Pensando che anche i suoi piccoli nascevano dalle uova, Darzee non si decideva ad eseguire la richiesta di Rikki; ma sua moglie era un uccellino giudizioso,  e sapeva che le uova di cobra volevano dire dei piccoli cobra in seguito; così volò via dal nido, ed andò a svolazzare davanti a Nagaina presso il mucchio delle immondizie gridando: “Oh! la mia ala è rotta! Il ragazzo della casa mi ha tirato un sasso e me l’ha spezzata.”

darzeewife-nagainaNagaina alzò la testa e sibilò,  “Tu hai avvertito Rikki Tikki quando volevo ammazzarlo. Hai scelto proprio un brutto posto per venire a zoppicare.” E si mosse verso la moglie di Darzee, strisciando nella polvere.

“Il ragazzo me l’ha rotta con una sassata!” strillò la moglie di Darzee.

“Be potrà esserti di qualche consolazione sapere che quando sarai morta io aggiusterò i conti col ragazzo. Mio marito è steso sul mucchio delle immondizie da questa mattina, ma prima di notte il ragazzo della casa giacerà immobile anche lui. A che giova scappare? Sono sicura di acchiapparti. Sciocchina, guardami!”

La moglie di Darzee era troppo furba per far ciò, perché l’uccello che fissa gli occhi di un serpente è colto da un tale spavento, che non può più muoversi. La moglie di Darzee continuò a svolazzare terra terra pigolando tristemente, e Nagaina andò più in fretta.

Rikki Tikki, dopo essersi accertato che prendevano il viale delle scuderie,  corse in fondo alla poponaia presso il muro, e là trovò venticinque uova molto abilmente nascoste. Aveva quasi distrutto tutte le uova, quando udì la moglie di Darzee che strillava che purtroppo Nagaina si era diretta alla veranda e minacciava di uccidere i proprietari della casa.

Allora Rikki Tikki schiacciò due delle tre uova rimaste, e corse come un fulmine con il terzo uovo in bocca verso la veranda, dove vide Nagaina che, raggomitolata sulla stuoia presso la sedia di Teddy, proprio a tiro della gamba nuda del ragazzo,   si dondolava avanti e indietro cantando una canzone di trionfo.

  Nagaina attacca.

 “Figlio dell’omone che ha ucciso Nag,” sibilava, “non ti muovere.  Non sono ancora pronta. Aspetta un po. State ben fermi, tutti e tre!  Se vi muovete colpisco,  se non vi muovete colpisco. Oh, gente insensata, voi che avete ucciso il mio Nag!”

Gli occhi di Teddy erano fissi sul padre e questi non poté fare altro che mormorare: “Sta fermo, Teddy.  Non devi muoverti. Teddy, fermo.”

Allora sopraggiunse Rikki Tikki che gridò:
“Voltati Nagaina; voltati e combatti!”

“ Tutto a suo tempo”, disse lei, senza muovere gli occhi. “ Aggiusterò  il mio conto con voi al momento. Guarda i tuoi amici, Rikki Tikki. Sono ancora tutti bianchi; essi  hanno paura. Essi non osano muoversi, e se tu fai un passo avanti, io colpisco.”

“Và a vedere  le tue uova” disse Rikki-tikki, “nella poponaia presso il muro. Và a vedere, Nagaina.”

Il grande serpente si volse a metà, e vide l’uovo sulla veranda. “ Ah! Dammelo!”,  esclamò.

rikki-uovoRikki Tikki  strinse l’ uovo tra le   zampe, e i suoi occhi divennero rosso-sangue.
“Che prezzo per un uovo di cobra? Per un piccolo cobra? Per un giovane re di cobra? Per l’ultimo, proprio l’ultimo della covata? Le formiche stanno divorando tutte gli  altri, là  nella poponaia.”

Nagaina si volse interamente, dimenticando tutto per la salvezza del solo uovo rimasto; e Rikki-Tikki vide il padre di Teddy tendere fulmineamente  una grossa mano, afferrare Teddy per la spalla, e trarlo in salvo attraverso il tavolinetto, sopra le  tazze da tè,  fuori dalla portata di Nagaina.

Rikki Tikki allora si mise a schernire Nagaina, per essersi lasciata sfuggire il ragazzo, ed inoltre tentava di farla andare fuori di testa e fiaccarla nel morale gridandole in faccia che lui era stato l’ uccisore di Nag, e di come l’ aveva ammazzato.

“Vieni dunque, Nagaina, Vieni a combattere con me. Non devi restare vedova a lungo.”

Nagaina vide che aveva perso la possibilità di uccidere Teddy, e che  l’uovo si trovava tra le zampe di Rikki-Tikki. “ Dammi l’uovo, Rikki Tikki. Dammi il mio ultimo uovo, e io andrò via e non tornerò mai più”, disse, abbassando il cappuccio.

 Rikki ammazza Nagaina.

“ Sì, andrai via, e non tornerai più, perché andrai sul mucchio della spazzatura con Nag. Combatti, vedova! Il grande uomo è andato a prendere il fucile! Combatti!”

La lotta mortale ebbe inizio. Rikki Tikki girava attorno a Nagaina, tenendosi appena fuori dalla portata del suo slancio; i suoi piccoli occhi  erano come carboni ardenti. Molte volte Nagaina si raccolse su se stessa e si gettò verso di lui, ed ogni volta Rikki Tikki schivò il colpo mortale.
Ma Rikki aveva dimenticato l’uovo, che stava ancora sulla veranda, e Nagaina si avvicinava sempre più ad esso, fin quando lei lo prese in bocca, si voltò verso i gradini della veranda, e volò come una freccia giù per il sentiero, con Rikki Tikki-dietro di lei.

Rikki Tikki sapeva che doveva catturarla, o tutti i problemi sarebbero ricominciati.

La moglie di Darzee volò via dal suo nido mentre  Nagaina passava, e le sbatté le ali sulla testa. Quell’ istante di ritardo permise a  Rikki Tikki di raggiungerla,  e mentre infilava la buca di topo, dove essa e Nag avevano fatto il loro covo, i suoi dentini bianchi si serrarono sulla coda di Nagaina. Rikki non mollava, e fu trascinato giù per il pendio oscuro di terra umida e calda.

Poi l’erba alla imboccatura  del covo cessò di tremolare, e Darzee disse: “ È finita per Rikki Tikki! Dobbiamo cantare la sua canzone di morte. Il  valoroso  Rikki Tikki è morto! Nagaina sicuramente lo ucciderà sotto terra.”

 Epilogo.

Così intonò una canzone molto triste, che inventò lì per lì, ed era proprio giunto alla parte più commovente, quando l’ erba tremolò di nuovo, e Rikki-Tikki, coperto di terriccio, si trascinò fuori dal buco, una zamba dopo l’ altra, leccandosi i baffi. Darzee si interruppe lanciando un breve grido. Rikki Tikki scosse un poco di  polvere dalla sua pelliccia e starnutì.

“ E’ tutto finito!”, disse. “ La vedova non tornerà fuori mai più … .”
E le formiche rosse che vivono tra gli steli dell’erba, lo sentirono e cominciarono a scendere giù, una dietro l’ altra, in lunga processione, per vedere se aveva detto la verità.

Rikki Tikki si raggomitolò sull’ erba e si addormentò  dove si trovava. Dormì  a lungo.

Quando Rikki Tikki giunse a casa,  Teddy, assieme al padre e alla mamma,   gli andarono incontro, gli fecero una gran festa  e quasi piansero sopra di lui.
La cena di quella sera fu una gran cena per Rikki, che poi andò a dormire con Teddy. Infine, a notte tarda,  il papà e la mamma di Teddy andarono nella sua stanza.

“Ha salvato la nostra vita e quella di Teddy,” disse a suo marito. “Ma pensaci ha salvati tutti.”

Rikki Tikki si svegliò di soprassalto perché tutte le manguste hanno il sonno leggero.

“ Oh, siete voi?” disse. “Di che cosa vi preoccupate ancora?  Tutti i cobra sono morti ed anche se non lo fossero ci sono qua io.”

Rikki Tikki aveva bene il diritto di vantarsi ma non si inorgoglì troppo e continuò a  difendere il giardino come una vera mangusta: coi denti, colle zampe, coi salti e coi morsi, finché nessun cobra osò più mostrare la testa dentro quelle mura.

Commento finale, ed un consiglio.

Rikki Tikki ingaggia una lotta mortale  prima con Karait, piccolo ma pericolosissimo, poi con Nag,  enorme e fortissimo, ed infine lotta a morte con la perfida e temibilissima Nagaina, e vince sempre.

Kipling descrive con grande precisione e maestria la strategia di lotta della piccola mangusta contro gli avversari più forti e grandi di lei, ed esplicitamente ci dice che “ la vittoria era solo questione di sveltezza di occhio e di gambe – la sferzata del cobra contro il salto della mangusta.

Ma Rikki vince anche per altri fattori, che Kipling non cita esplicitamente ma che sono presenti in tutto il racconto, e cioè il tatticismo strategico di Rikki, la sua intelligenza, la scaltra e prudente  raccolta di informazioni, l’ impegno nella  conoscenza del terreno, ed ancora  la decisione, la caparbietà, l’ orgoglio della sua razza, gli insegnamenti ricevuti.
Rikki Tikki   vince per la sua lealtà e il suo affetto per Teddy e per i suoi genitori,  e per l’ attaccamento al bungalow,, che considera la sua nuova casa.
Rikki Tikki agisce e pensa come un uomo – e a volte anche meglio! – , coraggioso ma non temerario, che cioè  affronta la lotta pur avendo a tratti paura,  che confida nella sua intelligenza e soprattutto non dispera mai.

Se paragono questa storia naturale, bellissima e credibile,  alle  mirabolanti ed irreali storie propinateci dalla narrativa e dal cinema dei nostri giorni, onestamente la scelta non si pone affatto:  le storie dei miei tempi sono molto più belle.

In questo riassunto, ho riservato molto spazio al testo originale, per ovvi motivi; per il resto, ho fatto del mio meglio, e ringrazio anticipatamente i gentili lettori che mi segnaleranno errori di traduzione.

Infine, consapevole comunque dell’ inadeguatezza del mio sforzo rispetto a ciò che la storia merita, chiedo scusa ai  lettori, segnalando per ammenda  questo bel video:  RIKKI TIKKI TAVI.

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Tonicopi, il Web ed i Nipotini.

 

Salerno, giovedì 28/03/2013 h 11:05

Cari lettori, oggi voglio parlarvi di Tonicopi in perfetto stile blog, e cioè brevemente, e anche con il numero giusto di parole, a seconda del contesto: se ad esempio Tonicopi in relazione al Web (Tonicopi/Web) o Tonicopi come nonno (Tonicopi/Nipotini).

tonicopi-2Nel primo caso, Tonicopi non ha bisogno di presentazioni, perchè  è già un personaggio web, ben conosciuto da tutti quelli che come me smanettano attorno ai propri joomla-web-site (una panoramica dei miei siti personali  è questa: -> RISORSE).
Se invece tu sei un lettore che navighi poco sul web, puoi avere un indizio della popolarità di Tonicopi sul web facendo clic su questo simpatico link.
Dico indizio perché non è Googlefight il sistema migliore di valutazione. A riprova di questa mia affermazione, adduco un dettaglio tecnico importante: anche se sono un allievo parecchio avanti negli anni, sul Web tonicopi è il mio Prof. Mi ha risolto più problemi lui che quanti ne  avrei potuto risolvere seguendo seriosi corsi di formazione. E sono certo che ci sono centinaia di persone che la pensano come me.

tonicopi-1

Googlefight (contesa su Google) – come puoi vedere! – ti da  la possibilità (vedi a sinistra) di conoscere il risultato di contese (fights) predefinite di personaggi più o meno noti appartenenti a varie categorie; inoltre, puoi digitare 2 parole a tuo piacere nelle caselle apposite e  conoscere subito  il vincitore della contesa, che sarà quello che detiene il maggior numero di presenze su Google. Per Tonicopi, ho trovato 8.840 risultati.

Il secondo caso, Tonicopi/nipotini, è per me ancora più interessante. Tonicopi è nonno come me, come me ha dei nipotini, ed  è una persona aperta, solare, di poche ma efficaci parole. Siamo amici. Probabilmente andiamo d’ accordo anzitutto perché siamo delle brave persone e dei bravi nonni, e forse  anche perché siamo diversi.

Avrei dovuto parlare più a lungo del web in generale, ma forse lo farò a parte
in uno dei prossimi articoli. Per ora, in questo articolo, mi interessa sottolineare il fatto che oggi chiunque può pubblicare un articolo visualizzabile dappertutto; il fatto invece se e in che misura viene effettivamente visualizzato, bé … quello è un altro discorso!

tonicopi-3

p.s. Caro Tonicopi, mi farebbe molto piacere avere qualche foto tua e dei tuoi nipotini, da inserire in questo articolo. … h 18:30 grazie, sono bellissime! SONO FELICE!

h 21:16 Ed ora, egregi lettori, in diretta da ZEFERINOBLOG, per dovere di cronaca sono costretto a svelare tutta la verità su tonicopi, personaggio complesso, dalla doppia vita (viziatore di femmine Number one!, come lui stesso ammette!!); la verità prima di ogni altra cosa, … anche prima dell’ amicizia!

Tanti auguri di una Pasqua serena con tutti i tuoi cari, Toni…
per quest’ ultimo link, scusami, ma sono pluralista e democratico, e passo ai nostri lettori quello che tu hai spacciato a me parecchio tempo fa:
tonicopi

nonnozef

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