Quel temporale estivo sulla spiaggia …

La donna richiuse alle sue spalle la porta dello chalet, per non farla sbattere dal vento.
Snella, alta, avanzava lentamente verso il mare, viso sollevato verso il cielo, braccia leggermente stese lungo il corpo  e palmo delle mani aperte verso l’ alto, accogliendo con voluttà le gocce di  pioggia di quel temporale estivo scoppiato improvvisamente ad inizio sera. Quando un fulmine attraversò il cielo oscurato dalle nubi illuminando per un istante il suo viso, avresti potuto scorgere nei suoi occhi verdi un brivido di piacere: quel giorno era stato piuttosto caldo.

In poco tempo quel temporale aumentò di intensità, fino a diventare quasi una tempesta. Alte onde, spinte dal vento che soffiava dal mare, si rompevano con fragore sulla battigia. Sulla destra a malapena si scorgeva la scogliera; per il resto, si potevano vedere solo un esercito di onde, scure, alte, massicce, frastagliate di spuma al bagliore dei fulmini che solcavano il cielo. E la donna, a pochi passi dalla battigia, sembrava affascinata ma non impaurita da tutto ciò.

E le due onde che sovrastavano tutte le altre la videro, nel mentre che correvano a morire rompendosi sulla spiaggia …
Ma solo la seconda onda, plumbea come il cielo, era innegabilmente minacciosa, compatta, crudele. La prima, invece, scorse quella figura imprudente a pochi passi dalla battigia, ed in un istante sentì che una cosa così bella non poteva andare distrutta, e decise all’improvviso di proteggerla dalla onda che la seguiva.

Quindi, investì con forza la donna trascinandola su su lungo la spiaggia, ma quando al riflusso ritornò al mare, lo fece con delicatezza e, lambendone soltanto il corpo ed evitando di trascinarlo, ebbe modo per pochi istanti di scorgere in quegli occhi verdi una espressione di piacevole stupore, senza alcuna ombra di paura. E l’ onda restò talmente ammaliata da quella espressione, che quasi stava per cambiare idea, trascinandola per guardarla ancora, e ancora, portandola con se fino al suo punto terminale sulla battigia.

Ma non lo fece.

Allora proseguì veloce la sua ultima corsa verso il mare, e nello ultimo istante di vita colpì in basso, la plumbea pesante onda che la seguiva, facendola ricadere pesantemente su se stessa, stroncandola per sempre.

Ritornando allo chalet, la donna si fermò dinanzi alla porta, e per un attimo  si voltò indietro a guardare. Vide che il temporale era ormai cessato, e quella spiaggia che lei tanto amava avrebbe preso l’ indomani l’ aspetto consueto di un giorno di piena estate, ma al tempo stesso  si rese improvvisamente conto che lei non era più la stessa di quando era uscita dallo chalet: qualcosa di indistinto ma tenace sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore. Nessuno resta lo stesso dopo una tempesta

Zeferino

p,s.  dedicato a mia moglie, e a tutte le donne con occhi verde azzurro come il mare.

Salerno, 12/07/2017

Share this:
Share this page via Email Share this page via Stumble Upon Share this page via Digg this Share this page via Facebook Share this page via Twitter

Un pensiero su “Quel temporale estivo sulla spiaggia …

  1. A parer mio, questa mia fantasia si presta a molte interpretazioni: ad esempio, il conflitto (la tempesta) dei nostri sentimenti (quelli altruistici rappresentati dalla prima onda, e quelli egoistici rappresentati dalla seconda onda) porta inevitabilmente ad un mutamento di se stessi, per cui ciascuno di noi non resta lo stesso dopo una tempesta.
    Vi prego, lasciate un vostro commento.
    Grazie.
    Zeferino

I commenti sono chiusi.