Ho compiuto i miei primi 80 ieri, lunedì 26/08/2013, ma abbiamo festeggiato questo happy birthday solo oggi, martedì, al Nettuno di Paestum, che è chiuso di lunedì, ed al quale – per motivi che dirò – non volevo assolutamente rinunciare.
Il fatto è che al Nettuno sono di casa. Ci andavo già da giovane con mio suocero, che mi diceva: “Andiamo al Posto di Ristoro, da Arnaldo”. Così il Nettuno veniva allora chiamato localmente. Oggi mio suocero e Arnaldo non ci sono più, non c’ è il dr. Sorrentino, il farmacista, e quelle altre persone che, come mi confermava anche la figlia di Arnaldo, amica oltretutto di mia nuora e di mio figlio – erano conosciuti a Paestum come un gruppetto storico.
Poi a me piace questo ristorante che, più unico che raro, da ogni suo punto affaccia proprio sui Templi.
In particolare, c’ è quel posticino molto ombroso con tavolini e sedie, sotto un filare di alberi, ed appena al di là, sfolgoranti nella luce calda del sole estivo, solenni si ergono quelle colonne di classica e pura bellezza, che non stancano mai l’ occhio, rasserenanti. Ma non c’ è bisogno che io spenda altre parole: il Nettuno di Paestum è conosciuto nel mondo; quando stavo a Milano – chimico alla Snia Viscosa – il collega dr. Moruzzi mi diceva: “Beato te, Zeferino, che stai a quattro passi da quel ristorante che affaccia sui templi!”.
Come di consueto, abbiamo scattato delle foto, cui, una per una, ho aggiunto qualche commento.
Quella dei nonni è una storia conosciuta, ma ognuna ha – ne sono convinto! – una caratteristica particolare. Quindi, se avete un poco di tempo…
Quì sto con mio figlio Alfredo.
In questa foto: seduti, Giulia mia nipote, io, la mia consuocera; in piedi, da sinistra, mio figlio Alfredo, mio nipote Alessandro, Pina, una parente di mia nuora, Lucia, mia moglie, mia nuora Patrizia con Giorgia in braccio, ed infine Ciro, il compagno di mia figlia Amalia, autrice di questa che definisco bella foto, non fosse altro perché stiamo al fresco sotto quegli alberi di cui sopra vi parlavo.
In questa altra foto, simile alla precedente, Ciro scatta e Amalia posa, in piedi a destra, dove prima stava Ciro.
Quì sto con Ale. Gli ho raccomandato di non perdere tempo, e di trovarsi una fidanzatina snella e bionda come lui. Dite la verità. Non è un bel ragazzo?
Per me questa è la foto perfetta, come peraltro si evidenzia dalla mia espressione. Curiosa quella di Giorgina, che sembra dire: “Ma guardate che mi tocca fare! Ma questi che vogliono da me?”.
E’ quella che più mi somiglia, nel fisico e nella mente. Ha una storia d’ amore. Non sorridete. Sono cose serie. Alla sua età soffrii maledettamente per Gilda, una bruna paffuta con dei ricci stupendi; soffrii tanto che per alcune settimane odiai lei, i suoi ed i miei genitori.
Quì, con mia figlia Amalia, sono un poco mesto, pensando al cameriere che poco prima mi aveva messo davanti la torta, ed al quale generosamente avevo proposto la restituzione completa di essa torta, con annessi anni. Me l’ ha ricusata, nettamente! Non c’ è riconoscenza a questo mondo!
Quì mia moglie Lucia, nel bene e nel male.
Una foto di gruppo.
Un’ altra foto di gruppo, l’ ultima.
Caro tonicopi, amico mio, concedimi una considerazione finale. Hai proprio ragione.
Anche tu sei nonno, e ti ringrazio per avermi mandato quelle bellissime foto che io ho pubblicato quì e altrove, e che custodisco gelosamente. Ma alla nostra età – intendo, quella dei nonni in genere, e non la tua, che sei molto più giovane di me – la sola cosa veramente importante e gratificante è quella di poter seguire il più a lungo possibile le aspettative dei propri nipoti.